Le aziende e le disponibilità liquide infruttifere sui conti correnti: introduzione.

Nel corso della nostra esperienza abbiamo avuto modo di rapportarci con diverse realtà aziendali riscontrando, spesso, difficoltà nella gestione delle eccedenze di liquidità.

Normalmente il ciclo finanziario di una azienda è caratterizzato, semplificando al massimo, da tre fasi:

  1. Uscite finanziarie per fare fronte agli investimenti pianificati (acquisto di immobilizzazioni, impianti, attrezzature, materie prime o semilavorati, remunerazione della forza lavoro, remunerazione dei fornitori di servizi)
  2. Entrate finanziarie a seguito della vendita di beni o servizi
  3. Uscite finanziarie per remunerare gli investitori/finanziatori e per avviare un nuovo ciclo.

La 1a fase precede la 2a e in questo caso, normalmente, le aziende si autofinanziano o più frequentemente ricorrono al finanziamento bancario (scoperti di conto corrente o mutui chirografari/ipotecari). Da qui, la situazione più comune, ovvero quella in cui le aziende risultano indebitate. A bilancio, a fronte della liquidità in conti correnti, risultano debiti a medio lungo termine verso le Banche (mutui chirografari o ipotecari).

Può capitare tuttavia che, in maniera strutturale (anche se raramente) od occasionale (in alcuni periodi dell’anno), le società abbiano disponibilità finanziare, ossia conti correnti in attivo. Questo può accadere in quanto, terminato il ciclo produttivo e remunerati gli investitori, non si presentano opportunità di nuovi investimenti oppure si accantonano disponibilità liquide per far fronte a pagamenti futuri (es. imposte o fornitori). A prescindere dalle motivazioni questo può produrre giacenze di disponibilità liquide nei conti correnti delle aziende, per alcuni giorni o mesi. E spesso queste disponibilità non sono remunerate o lo sono in maniera molto contenuta. Il sistema bancario è abilissimo ad adeguare i costi dei finanziamenti concessi ma non altrettanto tempestivo nel remunerare la liquidità raccolta.

Cercare di gestire in maniera efficiente queste temporanee eccedenze di liquidità è talvolta considerato una perdita di tempo. Anche perché, spesso, il funzionario di Banca non propone niente di valido. Per la Banca, infatti, avere la liquidità a disposizione sul conto a zero costi è più conveniente.

Qual è quindi, oggi, il costo opportunità per un’impresa che lascia in giacenza delle somme sui conti correnti?

Basta dare una occhiata al tasso Euribor 3 mesi pari al 2,45% circa. Una impresa, considerando i tassi odierni, facilmente potrebbe spuntare una remunerazione compresa tra il 2 ed il 2,50% utilizzando semplicissimi strumenti del mercato monetario.

Vediamo un paio di esempi:

  • una Spa che lascia in giacenza sui conti correnti a tasso Zero, Euro 2,5 mln per 3 mesi, di fatto rinuncia a circa euro 14 mila di interessi (ipotizzando una remunerazione del 2,3% annuo);
  • una Cooperativa che nei prossimi due mesi dovrà pagare imposte per Euro  6,5 mln e lascia in giacenza sul conto corrente questo importo, rinuncia a circa 22 mila Euro di interessi (ipotizzando una remunerazione 2,1%);

Cercare delle alternative al lasciare la liquidità improduttiva sui conti appare opportuno, se non indispensabile.

Il semplice BOT  (Buono ordinario del tesoro) è uno degli strumenti del mercato monetario che potrebbe essere facilmente utilizzato. Altri strumenti, altrettanto semplici ed efficienti, sono disponibili e ne parleremo nei prossimi approfondimenti.

Unilab -Team - Gianfelice D'Alonzo

Gianfelice D’Alonzo

Partner

Specialista nell’ambito dei sistemi di controllo della finanza mobiliare e nella consulenza indipendente in materia di strumenti finanziari di investimento.

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